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Sicilia, crisi dell’emittenza tvGibiino: si può salvare il settore

La politica batte un colpo sulla crisi dell’emittenza televisiva in Sicilia. Oggi ho ricevuto in mail un comunicato stampa che riporto sotto integralmente. E’ firmato dal coordinatore regionale di Forza Italia, il senatore Vincenzo Gibiino. La crisi di questi anni, determinata dal crollo della raccolta pubblicitaria e dal venir meno di alcuni finanziamenti, ha impedito a molte aziende di investire sulle tecnologie digitali. Alcune realtà editoriali private hanno già fatto ricorso alla cassa integrazione, altre hanno avviato la procedure. Di seguito il comunicato di Gibiino. Che alle parole, speriamo, seguano i fatti.

L’emergenza vissuta dell’emittenza televisiva siciliana è stata completamente e colpevolmente ignorata dalle istituzioni regionali e locali. Il settore, messo a dura prova dalla crisi che ha colpito pesantemente il mercato pubblicitario, vede spegnersi anno dopo anno storiche voci informative, patrimonio del nostro territorio. A rischio sono oggi i dipendenti di Antenna Sicilia, mentre altre televisioni, catanesi e non solo, hanno già chiuso drammaticamente i battenti ed altre resistono, tra mille difficoltà, grazie alla lodevole perseveranza dei loro editori. Da Palazzo d’Orleans, di fronte a tutto questo, solo silenzio”, così il senatore Vincenzo Gibiino, coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia.

“Come ricordato dall’editore di D1, Francesco Di Fazio la nostra regione è l’unica a non avere utilizzato i fondi europei per il passaggio al digitale terrestre – prosegue Gibiino –, lasciando sulle sole spalle delle aziende televisive i costi dell’aggiornamento tecnologico. Mentre il sindaco di Catania Enzo Bianco, che due anni e mezzo fa promise di aprire un ponte istituzionale con Palermo per affrontare la complessa crisi dell’emittenza locale, senza dar seguito a quelle dichiarazioni, evoca oggi l’utilizzo di ammortizzatori sociali per la tutela dei lavoratori, noi chiediamo invece che la Regione apra un tavolo per affrontare urgentemente e consapevolmente questa crisi. Le nostre televisioni possono ancora essere salvate. Nessun funerale dunque prima di avere provato in ogni modo di invertire le sorti del settore”.

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