Giornalisti. Quanto deve essere pagato un collaboratore? Quale deve essere il suo compenso? Domande frequenti. Sia per chi si vuole avvicinare alla professione giornalistica, sia soprattutto per chi avverte da anni ormai il peso di un compenso lontano da ogni logica di mercato, e non solo. Si è arrivati a cifre che sfiorano l’irreale ma che consentono a realtà editoriali di andare in edicola o on line a costi assai ridotti. Impoverendo tutto e viziando, di fatto, un sistema già vicino al collasso. Diciamo che al momento l’unica buona notizia è la ripartenza delle procedure per l’attuazione della legge 233/2012, che stabilisce tre strumenti per attuare l’equità retributiva:
In pratica si vuole fare in modo che le remunerazioni dei giornalisti non subordinati siano coerenti con quelle dei subordinati, non assegnate con tabelle di compensi arbitrari. L’Osservatorio permanente sulle condizioni professionali dei giornalisti – organo costituito tra Odg e Assostampa – ha valutato nei giorni scorsi come un importante successo della categoria la vertenza nazionale iniziata in Sicilia e proseguita con il ricorso vinto presso il Tar Lazio, che ha portato lo scorso 4 dicembre all’insediamento della Commissione per l’Equo Compenso dei giornalisti non subordinati nelle redazioni.
L’Ordine nazionale ha elaborato una proposta che individua un indicatore di congruità finalizzato ad ottenere un parametro di compenso orario per il lavoro autonomo. A darne notizia è il sito dell’Assostampa Sicilia. Anche la Fnsi guarda ad un parametro orario di equità, accanto a criteri che stabiliscano il tempo necessario a realizzare i singoli contenuti informativi.
Il Cnog individua così un indicatore di equità che scaturisce dalla “somma di minimo retributivo del redattore ordinario con l’aggiunta dell’indennità di contingenza, accresciuto del 20% diviso 158,50 (l’orario settimanale di norma è di 36 ore e, dunque, mensilmente di circa 158,50 ore) e moltiplicato per il numero di ore necessarie a realizzare l’apporto collaborativo”.
Qui puoi leggere la proposta completa dell’Odg.
L’Osservatorio dal canto suo propone l’introduzione come criterio oggettivo di comparazione per l’adeguatezza e il decoro del compenso nelle collaborazioni di lavoro autonomo, la soglia di povertà assoluta determinata dall’Istat, che nelle Regioni del Mezzogiorno d’Italia per un individuo singolo è 621,11 euro al mese.
Foto di mohamed Hassan da Pixabay
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