Lo si sente dappertutto: corsi di formazione, convegni, incontri… ma anche davanti alla macchinetta del caffè in redazione.
Il mestiere del giornalista è destinato a cambiare (in verità si dice sempre più spesso che sia un mestiere destinato a morire, ma preferisco rimanere ottimista e realista).
Dotti, medici e sapienti rinviano, data da destinarsi, qualsiasi diagnosi o prognosi. Il malato è molto grave. Sulla professione giornalistica e sul suo futuro si va spostando, quindi, l’attenzione e si addossa anche qualche responsabilità… Tuttavia le imprese editoriali sembrano sempre più arrancare dietro
improbabili destini legati ad una tenuta dei livelli di vendita o ad un continuo e affannoso taglio dei costi. In molte aziende i reparti sono ancora isolati e i cicli di produzione obsoleti. Nei fatti siamo dentro ad una fase di transizione che ci porterà progressivamente ad adottare nuovi modelli, per necessità e non per virtù. La produzione di notizie passerà, in modo inevitabile, da una
rivoluzione dei cicli di produzione. Cosa che, per fortuna, accade già in alcune aziende. Si parla di “
newsroom unica“. Di
produzioni crossmediali. Un arricchimento che deve fare i conti anche con un
contratto di lavoro in attesa di rinnovo che non prevede ancora alcune aperture o nuove figure. Oggi si delineano in parte alcune delle nuove competenze che il mercato richiederà. Il giornalista dovrebbe, ad esempio, cominciare a sperimentare l’universo del
coding. Parliamo di programmazione informatica. Leggevo qualche giorno fa
un post pubblicato da
HackPack.press. (
The global network for the media industry. Aggregating jobs, competitions & trainings to connect journalists, fixers, photographers, videographers & editors). Il titolo è abbastanza eloquente:
Già, perché?
Il post, che vi consiglio di leggere, dà anche dei suggerimenti e offre alcune importanti risorse. Si tratta di piattaforme che, più o meno gratuitamente, consentono di cominciare a confrontarsi con il linguaggio informatico e avere un valido supporto da parte di una community attiva e motivata. Ma andiamo con ordine: