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Albo dei Giornalisti, servirà la laurea per l’accesso

Albo dei giornalisti, il percorso di riforma è ormai avviato e sembra mancare davvero poco all’introduzione di novità che riguardano principalmente l’accesso alla professione. Sia per quanto riguarda l’iscrizione nell’elenco dei pubblicisti che in quello dei professionisti, si dovrà essere in possesso della laurea (triennale nel primo caso, magistrale nel secondo) con alcune specifiche. Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha approvato alla unanimità, mercoledì 14 giugno, il documento con le proposte di riforma. Il voto finale è previsto a luglio.

Il documento

Ad oggi, le norme che regolano la professione giornalistica sono ferme al 1963. Qui di seguito alcuni stralci del documento che riguardano l’aspetto della formazione, quello della retribuzione e quello dell’esclusività. E’ possibile scaricare il documento integrale cliccando su DOCUMENTO CNOG RIFORMA def 14giu2023

La formazione

All’Albo del giornalismo professionale, elenco dei professionisti, si potrà accedere superando un esame di idoneità professionale, al termine di un percorso formativo costituito dalla acquisizione di una laurea magistrale in Giornalismo o di una laurea almeno di primo livello conseguita nell’ambito dell’Unione europea in una qualsiasi disciplina (materia regolamentata dalla convenzione di Lisbona, dalla legge 148 del 2002, dalla direttiva Ue 2005/36), seguita da un corso specialistico da attuarsi attraverso forme di controllo e vigilanza da parte dell’Ordine o da un master di giornalismo riconosciuto dall’Ordine. […] Responsabilità dell’Ordine sarà quella di garantire anche nel pubblicismo un più alto livello formativo. Si chiederà, in parziale analogia con quanto avviene per il professionismo, almeno una laurea di primo livello, condizione prioritaria.

La retribuzione

La riforma mira a qualificare come professionista chi da professionista esercita, cioè chi, nel rispetto degli obblighi formativi, con le garanzie contrattuali proprie della professione, fissando come condizione prioritaria il possesso di una laurea e una formazione specifica, esercita o eserciterà attività giornalistica “in modo sistematico, continuativo e prevalente”, attività cui va collegata una “regolare e congrua retribuzione”, aggiornando così la condizione espressa dall’articolo 1 della legge istitutiva: “Sono professionisti coloro che esercitano in modo esclusivo e continuativo la professione di giornalista”. La congruità e, in aggiunta, la dignità della retribuzione ricevuta e/o del guadagno conseguito attraverso l’attività professionale troveranno indicativamente un loro riferimento certo in un valore stabilito secondo il minimo tabellare lordo previsto per il praticante con meno di 12 mesi di servizio, come indicato dai contratti di lavoro.

L’esclusività

L’attività dei giornalisti professionisti iscritti all’albo e nell’apposito elenco – si legge nel documento – può non essere più esercitata in forma esclusiva, ma prevalente. Si consente quindi agli iscritti di svolgere attività diverse da quella informativa, purché non si verifichi un conflitto di interesse con la professione giornalistica e quest’ultima rimanga la principale a essere svolta.

Cosa succede adesso?

Il documento sarà  oggetto di ulteriori confronti e riflessioni da parte del Consiglio nazionale e dei presidenti e vice presidenti regionali, che potranno suggerire ulteriori modifiche  in aggiunta al lavoro di “rifinitura” che svolgerà la Commissione speciale riforma, presieduta da Riccardo Arena. Il testo finale sarà messo in votazione alla prossima riunione del  Consiglio prevista per la metà di luglio.

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