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Giuseppe Valenti e la sua poliziotta col velo nell’Italia del 2033

Immaginate l’Italia fra dieci anni, con multiculturalismo e integrazione che hanno fatto passi da gigante, dove la tolleranza cede davvero il passo all’accoglienza. Immaginate una città apparentemente algida, di sicuro organizzata e con trascorsi fasti aristocratici e immaginatela anche in qualche spaccato più prosaico. Immaginate una nuova eroina e il suo principale collaboratore, i classici mente e braccio che sbrogliano matasse, ascoltano testimoni, setacciano indizi. E, immaginate, infine, una protagonista tutt’altro che convenzionale, una donna dalla psicologia complessa che, forse, non ha ancora smesso di fare i conti con se stessa. Una figura molto interessante, al di là dei panni che indossa,

Giuseppe Valenti, ginecologo e scrittore

La protagonista di “Un furto incredibile. Chi ha rubato i miei ovociti?” (220 pagine, 18 euro, disponibile anche in formato ebook) è il vicequestore Zamira El Amri, nata dalla penna del palermitano Giuseppe Valenti, si candida a essere uno dei personaggi più iconici del giallo mediterraneo 2.0. Valenti, da sempre impegnato nell’affermazione dei diritti civili, nella vita di tutti i giorni è un ginecologo specializzato nella procreazione mediamente assistita. Il rompicapo al centro del suo primo romanzo è legato proprio a ciò che Valenti conosce bene. 

Gli ovociti spariti

Nella Torino del 2033 un centro autorizzato crioconserva regolarmente gli ovociti di una donna, quando Rachele, questo il suo nome, decide col compagno Gabriele di procedere allo scongelamento e all’inseminazione, scopre che gli ovociti sono stati utilizzati con l’inganno da qualcun altro. Entra così in scena Zamira, poliziotta con il velo, amica di Gabriele. I risvolti saranno tutt’altro che banali, con un concetto importante che, nel finale, si staglia sugli altri: “L’amore non può giustificare ogni cosa”. Trattandosi di un giallo articolato, che non disdegna le incursioni socio-politiche (con riferimenti al social freezing, o per esempio allo “storico”, nel tempo del plot, movimento Black Lives Matter, o ancora alla “vecchia” pandemia da Coronavirus), non avrebbe senso svelare nemmeno uno spicchio ulteriore di trama, che ha tanti snodi e parecchi climax, oltre che un grande epilogo, sebbene aperto…

E se diventasse un film?

Vale la pena, invece, sottolineare il ritmo e certe “inquadrature” cinematografiche che fanno pensare, senza fare troppi voli pindarici, a una possibile trasposizione audiovisiva di questa avventura, annunciata come la prima di una serie. L’architettura narrativa sembra stata plasmata da un mano piuttosto consumata, non sembra quella di un esordiente, quale invece è Giuseppe Valenti, che al debutto ha anche assaporato il Salone del Libro, presente a Torino allo stand del suo editore, Spazio Cultura. Una delle tappe di un tour che conta già vari appuntamenti lungo la penisola.

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