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L’Europa frena le Big tech: fatto storico

Big Tech. La storia la scrive l’Europa. Almeno sul fronte della Rete e dei colossi digitali. Nei confronti di chi finora si è protetto dietro il “troppo grande per occuparsene” (too big to care), arrivano le novità. Dal prossimo anno si cambia. Ci sono due testi con una portata storica senza precedenti: il Digital Services Act (Dsa) e il Digital Markets Act (Dma). Parliamo di due pietre miliari nel percorso di arginamento di chi finora non ha posto un limite al far west in salsa digitale.

Il Digital Services Act

La legge sui servizi digitali sancisce innanzitutto il principio secondo cui “ciò che è illegale offline deve esserlo anche online”. In pratica mira a proteggere lo spazio digitale dalla diffusione di contenuti illegali e a garantisce la protezione dei diritti fondamentali degli utenti. Si applicherà a tutti gli intermediari online che prestano servizi nell’UE. Dal momento che gli obblighi introdotti sono proporzionati alla natura dei servizi interessati e adeguati al numero di utentile piattaforme online di dimensioni molto grandi e i motori di ricerca online di dimensioni molto grandi saranno soggetti a requisiti più rigorosi. I servizi con oltre 45 milioni di utenti attivi al mese nell’Unione europea rientreranno nella categoria delle piattaforme online di dimensioni molto grandi e dei motori di ricerca di dimensioni molto grandi. Al fine di salvaguardare lo sviluppo delle start-up e delle piccole imprese nel mercato interno, le microimprese e le piccole imprese con meno di 45 milioni di utenti attivi al mese nell’UE sono esentate da alcuni nuovi obblighi.

Big Tech, Europa e Parlamento

Si punta a frenare lo strapotere di Google, Amazon, Facebook e Apple. Una stretta che si servirà di multe fino al 20% del loro fatturato mondiale e sanzioni pesanti. A vigilare sarà la Commissione europea.

Big Tech, Europa e pubblicità

Viene posto un freno alle pubblicità mirate. Da quelle sui minori, a quelle che vengono proposte in base al sistema di profilazione degli utenti: religione, sesso o preferenze sessuali. Ma ci sono dentro anche tutte le tecniche manipolative che portano l’utente a clicca su un determinato contenuto piuttosto che su un altro. Anche in questo caso sono previste multe fino al 6% del giro d’affari annuo globale delle società coinvolte o di incappare nel divieto di operare sul suolo europeo. Le multe possono arrivare al 10% nel Dma per chi si renderà invece protagonista di pratiche di mercato sleali, rincarate al 20% per le recidive.

Foto di Reto Scheiwiller da Pixabay

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