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Giornalisti e social, va dove ti porta il pubblico…

Giornalisti e social, un binomio tanto frizzante quanto esplosivo. Così pieno di contraddizioni da diventare nel tempo un oggetto di studio. Perché un giornalista dovrebbe frequentare i social? Quali sono i vantaggi per la propria attività professionale? E quali le insidie? Domande cui non è per nulla facile rispondere. Specialmente se si scorrono velocemente le stories, reel, o tiktok sfornati da allegri giornalisti in cerca di popolarità. Sì, perché l’utilizzo per motivi professionali di queste piattaforme è ancora un fatto di nicchia. Perché il social, per tanti, è innanzitutto svago. Solletica il proprio io, la propria vanità…

Il sondaggio del Pew Research Center

Ma non stanno così le cose. E andiamo, ad esempio, a spulciare un recente sondaggio del Pew Research Center su giornalisti, editori e altri che lavorano nel settore delle notizie. Più di nove giornalisti su dieci negli Stati Uniti (94%) utilizzano i social media per il proprio lavoro. Twitter è di gran lunga il sito di social media più utilizzato. Sette giornalisti statunitensi su dieci (69%) affermano che è il sito di social media che utilizzano di più o il secondo di più per il loro lavoro. Twitter è seguito da Facebook al 52% e, molto più in basso nella lista, da Instagram (19%), LinkedIn (17%) e YouTube (14%). Nessuno degli altri siti a cui è stato chiesto nel sondaggio – Reddit, WhatsApp, TikTok, Discord, Twitch e Snapchat – è stato nominato da oltre il 4% dei giornalisti intervistati.

Il paradosso

I social media che i giornalisti utilizzano più frequentemente per il loro lavoro differiscono da quelli a cui il pubblico si rivolge per le notizie. Tra gli americani in generale, Facebook è il sito di social media più utilizzato per le notizie, con il 31% degli adulti che afferma di andarci regolarmente per le notizie. YouTube è il secondo sito più utilizzato, con il 22% del pubblico che riceve regolarmente notizie lì. Meno adulti (13%) affermano di ricevere regolarmente notizie su Twitter, nonostante l’uso diffuso della piattaforma tra i giornalisti. Nel complesso, poco meno della metà degli adulti statunitensi (48%) afferma di ricevere spesso o talvolta notizie dai siti di social media.

E in Italia cosa fanno i giornalisti sui social?

Per molti giornalisti italiani i social servono principalmente per promuovere il proprio lavoro. Alcuni ricercano contatti, puntano ad ampliare la propria rete. E in questo lavoro di costruzione del networking professionale viene in soccorso un social come Linkedin. Pochi, ma buoni, sono coloro che usano il social per ascoltare. Facebook, Twitter… sono visti come la sala del bar in cui si sente il chiacchiericcio della gente, una sorta di “termometro” dell’opinione pubblica.

Fate un esperimento

Non è semplice ancora oggi poter comprendere l’importanza di queste piattaforme. C’è molta strada da fare sul fronte culturale e sociale. Ma un esperimento, semplice e quasi immediato, è possibile farlo. Almeno sul fronte local. Cercate le principali testate regionali o cittadine di un determinato luogo. Seguite con assiduità alcuni dei giornalisti di punta. Sia su Facebook che su Instagram… rimarrete stupiti dal numero di post autoreferenziali e dalla quantità di contenuti che sul fronte della web reputation fanno assai pensare.

Foto rielaborata di Gerd Altmann da Pixabay

Giovanni Villino

Giornalista professionista. Direttore responsabile di Redat24,com. Appassionato di social media e sostenitore del citizen journalism. Lavoro per Tgs, emittente televisiva regionale del gruppo editoriale Ses Gazzetta del Sud - Giornale di Sicilia.

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