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Addio al maestro Gigi Petyx, fotoreporter

È morto oggi, martedì 28 luglio 2022, a 83 anni Gigi Petyx, fotoreporter. Un professionista che ha raccontato con i suoi scatti pagine importanti della Sicilia. Un fotoreporter che ha impresso nella sua pellicola oltre mezzo secolo di storia. Oggi vengono ricordati fatti come il disastro di Montagna Longa, il terremoto del Belice, gli omicidi di mafia, gli arresti eccellenti. L’ultima immagine del principe De Curtis a Villa Igiea, Ninetta Bagarella che cerca di dribblare i cronisti, Franca Viola nascosta dietro le tende, Tommaso Buscetta nella gabbia dell’Ucciardone. Dal giornale L’Ora al Giornale di Sicilia, Gigi Petyx è stato uno dei migliori interpreti della professione.

La sua storia

Gigi Petyx è nato nel 1938 al Capo, attorno Palermo si nascondeva: il bombardamento del ‘43 lo schiva per un soffio visto che solo per fortuna non si trovò con la madre nel ricovero di piazza Sett’Angeli che fu distrutto – scriveva qualche tempo fa Simonetta Trovato sul Giornale di Sicilia -. È un ragazzino curioso e il padre, il barone Luigi Petyx Mortillaro lo manda «a bottega» dal fotografo Lo Verso in piazza Beati Paoli; da lì passa allo studio Scafidi, poi si avvicina al L’Ora. Nasce il fotoreporter. «Si doveva arrivare sempre, prima di tutti. Mai tornare a mani vuote». Dai primi digiuni di Danilo Dolci al Giro d’Italia del ‘59, sul Treno del Sole nel ‘62 al seguito degli emigranti; nel ‘63 la strage di Ciaculli, e Petyx fotografa quasi per caso la Giulietta che di lì a poco sarebbe saltata in aria”.

Chi è Gigi Petyx?

Gigi Petyx è stato per me un maestro. Un’espressione che oggi, nel giorno della sua dipartita, appare assai retorica, forse fin troppo abusata. Ma per chi, come me, ha avuto l’onore di camminare al suo fianco, sa quanto sia vera e sincera. Gigi Petyx è stato un maestro per decine e decine di biondini che si sono avvicinati ad uno dei mestieri più belli. I suoi consigli, la sua umanità. La sua attenzione spasmodica per i particolari. Ogni uscita per un servizio era un’importante lezione. Anche quando ci si occupava di rifiuti, di strade rotte, di povertà… Ma le sue foto sono sempre state nobili.

Gigi Petyx aveva nel suo Dna quell’adagio tipico del palermitano: simili a tutti, inferiori a nessuno. E questo gli consentiva di raccontare la Storia. Le sue foto erano piene di parole non dette. Né scritte. In quegli scatti che venivano poi pubblicati c’era tutto quello che il cronista, anche quello più abile, difficilmente riusciva a cogliere e raccontare.

E su questo dovremmo riflettere e dire grazie a Gigi Petyx. Perché questa professione fagocita velocemente e, a volte, conduce ad un inganno: sentirsi vecchi, senza mai essere stati adulti.

Giovanni Villino

Giornalista professionista. Direttore responsabile di Redat24,com. Appassionato di social media e sostenitore del citizen journalism. Lavoro per Tgs, emittente televisiva regionale del gruppo editoriale Ses Gazzetta del Sud - Giornale di Sicilia.

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