“La collaborazione non è cosa facile perché siamo nati per competere l’uno contro l’altro”. Sono le parole di Maria Ressa giornalista e amministratore delegato di Rappler. Ha lavorato per quasi due decenni come reporter investigativo nel sud-est asiatico per la CNN. E proprio recentemente, Rappler, quotidiano filippino, si è distinto per la sua indagine “Omicidio a Manila“. Sono state affrontate e approfondite le dinamiche che hanno portato alle uccisioni extragiudiziali nella guerra alla droga nelle Filippine. Un Paese che fa i conti con le sparizioni forzate, i prigionieri politici e la militarizzazione. Per questo motivo negli ultimi anni il suo sito giornalistico è diventato uno dei principali critici della presidenza di Rodrigo Duterte. Maria Ressa è stata violentemente attaccata dal Presidente Duterte e da ambienti a lui vicini. In un intervento pubblico del 7 maggio 2019, riportato in un lungo articolo del New York Times Magazine del 15 ottobre scorso, Maria Ressa afferma: «Non abbiamo fatto altro che il nostro dovere di giornalisti, eppure io ho subìto undici processi nell’ultimo anno e mezzo. Ho dovuto pagare una cauzione otto volte in tre mesi. Sono stata arrestata due volte e detenuta una volta».
Oggi a livello internazionale tanto si muove sul fronte del giornalismo investigativo. Una situazione che si scontra con quella del panorama nazionale dove alcuni editori “non possono più permettersi” il giornalista che si dedica alle indagini. Perché, almeno nelle piccole e medie realtà, basta rimaneggiare un comunicato stampa della questura o dei carabinieri, per andare in edicola o on line.
Eppure a livello internazionale l’attenzione è alta su questo fronte. Così come gli strumenti condivisi. Ecco due esempi:
Global Investigative Journalism Network: è un’associazione internazionale di organizzazioni giornalistiche che supportano la formazione e la condivisione di informazioni tra giornalisti investigativi, di dati, anche nei regimi repressivi e nelle comunità emarginate. Tra le attività c’è la fornitura di risorse e servizi di rete ai giornalisti investigativi di tutto il mondo. E c’è il centro risorse GIJN: gratuito, viene utilizzato dai giornalisti di 100 paesi. E’ in otto lingue (inglese, arabo, bangla, cinese, francese, portoghese, russo e spagnolo). On line centinaia di fogli di suggerimenti, video e guide.
Investigative Reporter and Editors Inc: è un’organizzazione no profit di base dedicata al miglioramento della qualità dei rapporti investigativi. IRE è stata fondata nel 1975 per creare un forum in cui i giornalisti di tutto il mondo potevano aiutarsi a vicenda condividendo idee, tecniche di raccolta di notizie e fonti di notizie. IRE fornisce ai membri l’accesso a migliaia di fogli di segnalazione e altri materiali tramite il proprio centro risorse.
Foto di mohamed Hassan da Pixabay
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