fotografia

“Non puoi avere tutti i colori del mondo”

Fotografie di Corrado Sassi. VISIONARI. Fotografie di Mario Cusimano, Claudio Laureti, Eleonora Orlando, Rori Palazzo e Nerira Toci

Il Centro internazionale di fotografia di Palermo, diretto da Letizia Battaglia, presenta per l’autunno 2019, due mostre che in contemporanea coinvolgeranno i suoi spazi: Non puoi avere tutti i colori del mondo, personale del poliedrico artista romano Corrado Sassi, e Visionari, collettiva dei fotografi Mario Cusimano, Claudio Laureti, Eleonora Orlando, Rori Palazzo e Nerina Toci.

Entrambe le mostre s’inaugurano mercoledì 25 settembre alle ore 18.30 e proseguono fino al 3 novembre.

Non puoi avere tutti i colori del mondo, presenta un’interessante selezione di lavori provenienti da due diversi progetti di Corrado Sassi che raccontano un ventennio della sua attività artistica. Pittore, scultore, performer, regista, fotografo, e anche attore, non c’è campo del vasto mondo dell’arte che Corrado Sassi (Roma, 1965), non abbia esplorato. La sua ricerca artistica spazia infatti dalla fotografia alla performance passando per le videoinstallazioni, fino ad arrivare al linguaggio cinematografico che gli permette di ritornare alle origini del suo percorso formativo, culminato al prestigioso International Center of Photography di New York con il diploma di fotogiornalismo. Per l’occasione, Sassi ha scelto alcune immagini tratte dalla serie Snap, progettoavviato nel 1999 e che racconta l’approccio personale dell’artista alla Street Photography, iniziato con l’amore spassionato per i grandi fotografi come Bresson, Frank, Brassai, Eggelston, Ghirri, Giacomelli, Letizia Battaglia, Koudelka. “Questi grandi della fotografia riuscivano a creare una sorta di reportage interiore condividibile con il pubblico. Portando sempre con mè la macchina fotografica, ho modo di cogliere nell’immediatezza una certa immagine in un dato momento nella quale mi riconosco; lo scatto registra quest’alchimia, creando così una sorta di legittimazione reciproca tra l’immagine e la mia esistenza” , spiga Sassi.

Gli altri lavori sono invece parte del progetto Artviewers-Reflections con il quale il fotografo documenta da oltre dieci anni il panorama artistico contemporaneo, nazionale e internazionale fotografando il pubblico delle fiere d’arte. Cosa sarebbe l’arte senza un pubblico? È la domanda che si pone l’artista prendendo spunto da un assunto di Picasso. Con Artviewers-Reflectionsil fotografo ritrae i visitatori delle gallerie ma soprattutto delle fiere d’arte, i contesti commerciali per eccellenza del panorama contemporaneo in cui non raramente l’opera perde la sua “Aura”. Nelle foto di Sassi, è il pubblico ad essere elevato ad opera d’arte, in un gioco di scambio di ruoli. 

In contemporanea s’inaugura anche Visionari, la collettiva che vede protagonisti cinque fotografi mai prima d’ora riuniti in dialogo espositivo: Mario Cusimano, Claudio Laureti, Eleonora Orlando, Rori Palazzo e Nerina Toci. Mario Cusimano (Palermo, 1980), costruisce dei set narrativi per le sue fotografie di genere concettuale, mettendo in scena  sentimenti  come le paure, la solitudine, la malinconia descritte in immagini che spaziano tra il reale e l’onirico. Claudio Laureti, (Roma, 1980) coglie attimi di vita rubati in strada, in una fotografia istantanea in cui però cura ogni dettaglio degli scenari e dei luoghi in cui i soggetti vengono ritratti in immagini surreali, scatti singoli o espressi in serie fotografiche. La ricerca di Eleonora Orlando, confluita nella serie fotografica Overlaps, sovrappone immagini ed epoche della sua vita, il passato e il presente. Momenti perduti che l’artista fissa su pellicola per continuare a possedere. Sulla scia delle parole di Franz Werfel, scrittore austriaco naturalizzato statunitense, secondo il quale “l’unico possesso dell’uomo è nelle cose che ha perduto”. I am you di Rori Palazzo (Palermo, 1977) è la prima serie di un nuovo lavoro fotografico in cui l’artista indaga il mondo degli adolescenti, quell’età di transizione in cui ogni giorno si cambia, sia nel corpo che nell’anima, e in cui tante cose accadono per la prima volta. La fotografa li ritrae per lo più su fondi neutri o nei loro luoghi più intimi, per metterne in risalto gli occhi e le pose che ci raccontano di visioni embrionali ma già intense, l’ambiguità di quei volti bambini ma a tratti adulti e per raccontare la delicatezza intrinseca di questa età. E infine Nerina Toci (Tirana, 1988), sceglie l’immagine come mezzo espressivo per non abitare più nella parola, raccontando le inquietudini come forma temporale ed emotiva di soggetti con cui instaura un rapporto di empatia, in luoghi che mostrano un vissuto in rigide geometrie, scrutando anche il mondo fiabesco.

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