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Se Giancarlo Siani non fosse stato ucciso dalla Camorra…

di Sandra Figliuolo

Da qualche giorno mi chiedo come sarebbero andate le cose se Giancarlo Siani non fosse stato eliminato dalla Camorra. Mi sono risposta che probabilmente, da precario qual era, avrebbe avuto una sfilza di contratti a termine e che, nonostante le sue immense capacità e il suo fiuto, non sarebbe mai stato assunto a tempo indeterminato. Col decreto dignità poi, l’anno scorso, sarebbe certamente finito in mezzo a una strada: avendo all’attivo ben più dei 24 mesi di contratti previsti dalla legge, il suo editore sarebbe stato costretto ad assumerlo e, si sa, c’è la crisi, si può solo tagliare… Davanti al bivio il suo editore semplicemente avrebbe preferito rinunciare alle sue competenze pur di non pagarlo ed inquadrarlo come invece avrebbe abbondantemente meritato, avrebbe deciso di fare a meno di Giancarlo Siani e si sarebbe preso il primo che passa per svolgere il suo lavoro. Rinunciare alla qualità pur di non pagare, un ottimo modo per fronteggiare la crisi.

Giancarlo Siani però non si sarebbe mai tirato indietro, avrebbe continuato a cercare notizie, a scavare, a scrivere e a denunciare. Lavorando per due soldi, ma molto più di tanti suoi colleghi stabilmente assunti e ben pagati, spesso per stare col culo su una sedia e reimpastare due comunicati. Ma se ne sarebbe fottuto, Giancarlo Siani: il dovere di informare l’avrebbe sempre messo prima di tutto, persino della sua stessa vita.

Avrebbe incontrato tanti colleghi solidali, Giancarlo Siani, indignati per la sua situazione, ma che alla fine non avrebbero mosso un dito per aiutarlo.
Senza contratti e coi due soldi delle collaborazioni probabilmente avrebbe iniziato ad avere difficoltà a sostenere le spese più elementari. Forse per non finire sotto un ponte sarebbe stato costretto a rinunciare a fare il mestiere che tanto amava, a dare il suo contributo per cercare di cambiare le cose. Con dolore si sarebbe ritrovato a dover fare l’operatore in un call center, il rider, il lavapiatti, qualsiasi cosa ma non più il giornalista.
Insomma – e questa è la terribile conclusione – se Giancarlo Siani non fosse stato ucciso dalla Camorra, oggi sarebbe stato ucciso dal suo editore

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