Premio Francese a Daphne Caruana Galizia

Un premio alla memoria, al coraggio e al fiuto di una cronista di razza. È Daphne Caruana Galizia la vincitrice dell’edizione 2018, la ventunesima, del premio giornalistico nazionale intitolato a Mario e Giuseppe Francese e organizzato dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia. La cerimonia del premio, intitolato al cronista del Giornale di Sicilia ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979 e suo figlio, si svolgerà mercoledì 2 maggio, nell’aula magna del liceo classico “Vittorio Emanuele II” di Palermo. Il titolo della manifestazione sarà “Libertà di stampa sotto attacco”.
Daphne Caruana Galizia, giornalista maltese è rimasta uccisa a 53 anni, lo scorso 16 ottobre, nell’esplosione di un’autobomba vicino casa. Due settimane prima del suo omicidio, aveva presentato una denuncia alla polizia per avere ricevuto minacce. Giornalista investigativa nella sua Malta, Daphne Caruana Galizia aveva condotto una serie di indagini di alto profilo sul tema della corruzione. A causa del suo lavoro, in febbraio le erano stati congelati i beni su richiesta del ministro dell’Economia Chris Cardona. Ad agosto il leader dell’opposizione Adrian Delia le aveva fatto causa per degli articoli che lo collegavano a conti offshore per un milione di euro, frutto di un presunto giro di prostituzione in alcuni appartamenti a Londra. Nel mirino della cronista erano finiti i conti offshore del primo ministro Muscat e di sua moglie Michelle, rivelati dai Panama Papers. Un giornalista scomoda, Daphe Caruana Galizia, al cui lavoro la commissione del Premio Francese, presieduta dallo scrittore e caporedattore del Tg5 Gaetano Savatteri, rende merito con un premio postumo, che sarà ritirato a Palermo dalla sorella Corinne Vella.
Il riconoscimento a Daphne Caruana Galizia non sarà il solo a essere consegnato mercoledì 2 maggio. Il premio “Giuseppe Francese”, riservato a un giornalista Under 36 (l’età del figlio di Mario Francese quando morì), è stato assegnato a Elia Minari, fondatore e coordinatore della web-tv www.cortocircuito.re.it, che da anni, da quando Minari era solo un liceale, documenta fatti scomodi, legati alla criminalità organizzata in Emilia, attraverso videoinchieste e reportage: l’opera di Corto Circuito ha squarciato un velo sulle trame criminali di una cosca della ‘ndrangheta al nord, svelando anche intrecci con imprenditori, amministrazioni ed enti deputati ai lavori pubblici.
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