Come ti vendo il cocco in spiaggia

Un breve viaggio di lavoro si trasforma in una lezione di comunicazione e tecniche di vendita. Sono sul treno Palermo-Messina. I vagoni sono abbastanza pieni. A bordo ci sono tanti turisti, qualche pendolare e… loro: i venditori di cocco. Trovano posto davanti e accanto a me. Due di loro avranno avuto la mia età. L’altro è già sulla cinquantina. I due più giovani cominciano a parlare in modo animato e in un siciliano strettissimo. Le argomentazioni fanno pensare a fatti personali. Li ascolto mentre guardo la copertina del libro di Rudy Bandiera, «Condivide et Impera»  (gran bel volume che più in là avrà ampia recensione su questo blog). Ad un certo punto non ho potuto più fingere e ho partecipato con sguardi e sorrisi. Ecco alcune parti di questo loro dialogo che riporterò integralmente in lingua italiana. 

  • A. Hai visto come ti sei ridotto. Chi ti deve sentire oggi in spiaggia. Acciuga. Devi mangiare acciuga così la voce non va via.
  • B. Ma che stai dicendo? Mangiare acciuga per la voce? Ma non finisce nello stomaco?
  • A. Te lo giuro. Così la voce non se ne va via… Lo vedi come sei oggi? Non hai voce… Chi se lo compra il cocco da uno che non ha voce?
  • B. Ma tu l’hai provato?
  • A. Certo, non mi senti? Senti che bella pulita.
  • B. A me non piace l’acciuga…
  • A. Ecco un’altra cosa: ti devi levare il vizio di lamentarti. Quando vendi alla gente in spiaggia devi sorridere, fare la battuta. Prenderli con allegria. Anche se tu sei stanco e sbatteresti la loro faccia al muro. Mai, per esempio, piangere povertà e problemi. La gente ne ha così tanti di problemi che non ha intenzione di ascoltare pure i tuoi.
  • B. [annuisce]
  • A. Altra cosa importante: non puoi vendere il cocco a petto nudo. Mettiti sempre una maglietta addosso. Chi comprerà da te qualcosa sapendo che il tuo corpo è sudato? Nessuno. La gente prova ribrezzo (si schifia).
  • B. Perché, mi vuoi fare capire che con la maglietta non sudi?
  • A. Poi ti abitui… e non sudi. O comunque ti porti un cambio. Intanto dai una immagine di te pulita. Fatti la barba a questo proposito. Sembri scocciato e pieno di pensieri, confuso. E poi altra cosa importante è la parolina magica…
  • B. La parolina magica, cos’è?
  • A. Sì, ogni persona ha una parola che lo colpisce più di altre. Tu devi capire il tipo di persone che hai attorno: abitudini, vestiti, se sono stranieri, se hanno bambini, se sono soli… devi usare il loro linguaggio. Con la simpatia si spalancano le porte.
  • B. Allora le so tutte le paroline magiche, faccio pure le rime…
  • A. Non importa quello che vendi, ma come lo vendi. Siamo qui per fare 50, 70 euro se va bene. Il resto poco importa. Quello che mi interessa è vedere il viso dei miei figli sorridenti. I soldi si devono sudare. Perché poveri in questa terra, ricchi in paradiso.
  • B. Andiamo che c’è il controllore…
  • A. Fai finta di niente e sguardo sicuro. E la giornata comincia meglio.
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