EditoriaGiornalismo

Da grande voglio fare l’editore

 di Giovanni Villino

C’è chi esulta, chi si incuriosisce. Chi si sente privilegiato e chi si rifiuta, senza se e senza ma, di dare seguito al giovincello che si aggira nella centrale operativa di Menlo Park. L’apertura di Facebook ai giornalisti è una delle ultime puntate della serie: “Da grande farò l’editore” di Mark Zuckerberg (anche se con la sua creatura – che conta oltre 2 miliardi di iscritti – editore lo è già). Ironia a parte, mentre gli operatori dell’informazione si piangono addosso tra il crollo di copie vendute e la celebrazione di un funerale senza il morto, i colossi del web lavorano perché il malato, dichiarato in modo prematuro deceduto, è invece una gallina dalle uova d’oro. Una cosa è certa: l’informazione è un diritto, e un servizio. E il giovane Mark lo sa bene. Così come lo sanno i cugini di Google. Entrambi nel giro di poco tempo si sono rivolti ai grandi network editoriali: ci sono corsi, opportunità, partnership. Ne abbiamo più volte parlato anche su Redat24. Questo significa che la professione non è morta. E che qualcuno sta cercando di mettere un sistema a reddito per sfruttarne capacità e potenzialità. Andando all’ultima notizia, in ordine di tempo, che vede coinvolto il social di Zuckerberg: c’è una nuova iniziativa “Progetto Giornalismo Facebook“. Ci sono già nomi eccellenti pronti a fare parte di questo progetto: Washington Post, Fox News e BuzzFeed. Si punta ad una sorta di “alfabetizzazione” e si fonda su tre pilastri:
  • La collaborazione con gli editori con l’obiettivo di sviluppare nuovi formati per pubblicare le storie in modo più efficace, sulla scia dell’esperienza degli Instant Articles. 
  • La formazione degli addetti ai lavori: il social fornirà strumenti a giornalisti ed editori per migliorare la diffusione delle notizie. 
  • Lotta alle “fake news”: Facebook metterà a disposizione dei suoi iscritti – quasi 2 miliardi nel mondo – materiale educativo per agevolare la scelta delle notizie e per riconoscere le bufale, in modo da evitarle. 

Oggi Facebook nella sua home page ci mostra aggiornamenti di persone, pagine, gruppi… ma solo su quello che ritiene per lo più idoneo ai nostri interessi e alla nostra interattività. Immaginate dover vedere gli aggiornamenti di stato di tutti i nostri amici? Un caos totale. Insomma, come un editore, Mark “decide” cosa pubblicare. Una scelta che può discriminare e orientare. Ma tale è lo strumento. Qualche post fa, facevo una riflessione, che ritengo valga anche per Facebook, strumento nello strumento (il web). Buona lettura.

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