Giornale di Sicilia in sciopero, la solidarietà possibile

L’assemblea di redazione del Giornale di Sicilia ha affidato al Cdr un pacchetto di 10 giorni di sciopero; i primi 3 sono stati proclamati fino a mercoledì 26 ottobre. Una vertenza importante in un momento storico assai delicato. Su Gds.it trovate un articolo con la nota diffusa dal comitato di redazione e la risposta della direzione. Sui social network, ieri, la notizia è velocemente rimbalzata da un profilo all’altro. Colleghi ed ex colleghi di redazione, politici, amministratori, rappresentanti delle associazioni di categoria… un flusso ininterrotto di espressioni di solidarietà e vicinanza ai giornalisti, con alcune – inevitabili – note polemiche tra i commenti. Stamattina, intanto, ho fatto i conti con il primo effetto dello sciopero: non ho sfogliato il Giornale di Sicilia. Una triste presa di coscienza. Un rito interrotto. In via Lincoln lavoro dal 2001. Dalla collaborazione per la pagina dei lettori ai primi contratti di sostituzione: un percorso pieno di incontri, confronti e anche scontri. Tutto ha, comunque, lasciato un solco nell’anima, compresa la banalità di questa osservazione.
In questi anni ho visto il giornale per cui lavoro maltrattato: oggetto di offese ma, soprattutto, di pregiudizi. Se qualcosa è stato detto con cognizione di causa, tanto, molto altro è frutto di un’epoca del sentito dire.  Ogni giorno il Giornale di Sicilia fa informazione. E anche di qualità. Dalla cronaca giudiziaria alla parlamentare, dalla nera alla politica comunale, dalla cultura allo sport. Le firme sono quelle di Riccardo Arena, Giacinto Pipitone, Giancarlo Macaluso, Virgilio Fagone, Leopoldo Gargano, Umberto Lucentini. E ci sono anche Alessandra Turrisi, Sandra Figliuolo, Salvatore Ferro, Riccardo Vescovo, Salvatore Lo Iacono, Stefania Giuffrè, Paola Pizzo, Giovanni Tarantino, Giuseppe Leone… e tanti altri ancora. Colleghi che da anni sulle pagine di questo quotidiano raccontano storie straordinarie e ordinarie. E ci sono poi redattori scrupolosi nel lavoro di desk, che anche di fronte a un lancio d’agenzia dell’ultim’ora, non rinunciano ad un’ulteriore verifica.
Molto spesso mi sono sentito dire: “E di questa notizia perché il vostro giornale non ne parla mentre su internet trovo tutto?“. Già tutto… Peccato che quello stesso articolo, in realtà, sia uscito un paio di giorni prima. La verità è un’altra: questo giornale il più delle volte non viene letto da chi poi lo attacca. Diventando, così, sentire comune. Sicuramente è un prodotto – e questo vale per tutto il mondo della carta stampata – che va ripensato e con delle carenze e delle imperfezioni da superare.
Torno, tuttavia, col pensiero al sentimento diffuso, in queste ore, di vicinanza alla redazione. E forse, un modo per rendere concreta questa solidarietà c’è: quando il quotidiano tornerà in edicola, acquistatelo. Sfogliatelo. Leggete le firme.
Ritengo questo il segnale più bello di vicinanza alla redazione e ad una testata che resta un patrimonio di quest’Isola, e di tutti.
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