Editoria

Ddl Editoria, oggi il voto in Senato – in aggiornamento

Giornata decisiva, oggi a Palazzo Madama, per il Ddl editoria. Il disegno di legge di riforma del fondo dell’editoria torna in aula al Senato per il via libera prima del passaggio finale alla Camera. Diversi gli argomenti in discussione. Tra le principali modifiche introdotte in commissione a Palazzo Madama, la previsione di comprendere tra i destinatari del sostegno pubblico anche le radio-tv locali; il numero dei componenti dell’Ordine nazionale che da 36 (fissati alla Camera) risale a 60; la reintroduzione delladistinzione tra testate nazionali e locali nel rapporto tra venduto e distribuito, uno dei criteri per accedere ai contributi (20% per le nazionali, 30% per le locali); la riduzione a dieci anni della durata della concessione del servizio pubblico.
Tetto stipendi
Approvato l’emendamento di Roberto Calderoli che prevede una riduzione di accesso al Fondo per gli ammortizzatori sociali per quell’azienda editoriale che ha il proprio personale, i propri collaboratori e amministratori con stipendi che superano il tetto dei 240 mila euro previsto per la PA.
Riordino dei contributi
Sì all’articolo tre del ddl editoria che riguarda il riordino dei contributi alle imprese editrici. Via libera anche all’emendamento Crimi (M5s) sulla regolamentazione delle testate on line. Sono considerate testate on line quelle che: 
  • registrate presso la cancelleria del tribunale
  • il cui direttore responsabile sia iscritto all’Ordine dei Giornalisti
  • pubblichino prevalentemente contenuti giornalistici
  • producano principalmente informazione
  • abbiano una frequenza di aggiornamento quotidiano
  • non siano esclusivamente una mera trasposizione telematica di una testata cartacea
  • non siano esclusivamente aggregatori di notizie.

Equo compenso
Via libera all’articolo 4 del ddl sull’editoria. Parliamo delle norme sulla proroga dei termini per l’equo compenso dei giornalisti. Il precedente articolo, il 3, che detta disposizioni per il riordino dei contributi alle imprese editrici, non è stato votato in attesa della riformulazione dell’emendamento del M5s che riguarda la regolamentazione delle testate on line.

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