Giornalisti e interviste pericolose, ecco alcuni rischi che si possono correre

Mestiere duro quello del cronista. Sì, perché raccontare la verità non basta per evitare di scivolare in una condanna per diffamazione a mezzo stampa. Almeno alla luce di una sentenza emessa dalla Corte di Cassazione nel 2004 che ha fatto molto discutere e che faceva riferimento a due articoli pubblicati da un quotidiano di Milano. Articoli che sono stati ritenuti diffamatori nei confronti di un magistrato. Alla luce di questa sentenza sono stati condannati al risarcimento danni sia il giornale che il giornalista, come anche le due donne  che erano state intervistate. In pratica per evitare la responsabilità risarcitoria non bastano continenza, verità e interesse pubblico. Occorre che nel testo non ci siano “accostamenti suggestionanti” o “toni sproporzionatamente sdegnati“. Sul sito dell’Ordine nazionale è possibile spulciare diverse sentenze che riguardano la professione. E nello specifico, oggi, mi sono imbattuto in quella dedicata alle interviste “pericolose”. Secondo quanto si legge su Odg.it:
Raccontare la verità non basta più al cronista per evitare una condanna per diffamazione a mezzo stampa. L’intervista può esporre il giornalista a gravi conseguenze anche se non ricorrono gli estremi del reato in sede penale. 

Per evitare la responsabilità risarcitoria non bastano continenza, verità e interesse pubblico. Se ci sono “accostamenti suggestionanti” e “toni sproporzionatamente sdegnati”, il giornalista risponde in concorso con l’intervistato.

Viene così commentata la sentenza 23366/04 della III Sezione civile della Cassazione, depositata il 15 dicembre 2004. In pratica il limitarsi a riferire le parole effettivamente dette dall’intervistato senza modificarle e senza esprimere commenti, non è detto che possa evitare la responsabilità civile per danni. Nel frattempo, dal 2004 ad oggi, ci sono stati tantissimi altri casi trattati e sentenze emesse dalla Cassazione, in alcuni casi anche in controtendenza, che si possono consultare direttamente on line collegandosi all’archivio on line.

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