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Ordine dei giornalisti di Sicilia, il punto sul voto di domenica

L’Ordine dei giornalisti di Sicilia, domenica 8 ottobre, farà i conti con un ballottaggio che sarà decisivo ai fini degli equilibri interni allo stesso consiglio regionale. La riconferma degli uscenti Riccardo Arena (307 voti), Concetto Mannisi (261 voti) e Filippo Mulè (281 voti) a primo turno è il segnale che la direzione e la spinta impressa dal vecchio direttivo è stata sostenuta anche dagli elettori professionisti. Una linea riassunta nei principi di “Fare Ordine“, il gruppo nato in prossimità delle elezioni. Saltano in blocco il turno del ballottaggio anche i tre pubblicisti che, invece, fanno capo al gruppo “Giornalisti Pubblicisti 2.0“. Sono passati il riconfermato Salvatore Li Castri che è anche il più votato con 499 preferenze, Attilio Raimondi con 482 voti e Santo Gallo con 474. Ecco in breve, al momento, le caselle del nuovo consiglio regionale:

Al ballottaggio andranno anche i revisori dei conti. Il quorum, fissato a 211 voti, non è stato superato da nessuno dei candidati. Si confronteranno così al secondo turno Daniele Ditta che ha raccolto (208 voti), Placido Ventura (195 voti), Salvatore Messina nato nel 1964 (192 voti) e Mariangela Di Stefano (104 voti). Domenica 8 ottobre si potranno esprimere due preferenze per i revisori, su schede che saranno precompilate.
Riconferme sono arrivate anche per il voto dei consiglieri nazionali. Franco Nicastro, consigliere nazionale uscente, ha ottenuto 283 voti, Fabio Nuccio 164. Il quorum, con la depurazione di schede bianche e nulle, era stato fissato a 235 e dunque Nicastro è stato rieletto subito.
Tra i pubblicisti invece i votanti sono stati 774 su 3.808 aventi diritto e il quorum per il Consiglio nazionale è stato fissato a 368 voti: lo ha ampiamente superato Santino Franchina, che ha avuto 512 preferenze, rispetto alle 196 di Vito Dario Piccolo. “I meccanismi previsti dalla nuova normativa sulle minoranze linguistiche costringono – si legge nel sito OdgSicilia.it – ad attendere la pronuncia del Consiglio nazionale, che dovrà escludere il candidato regionale meno votato in assoluto, tra i venti in lizza in tutta Italia, per fare spazio al rappresentante delle minoranze”. 

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