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La nuova sfida del Giornale di Sicilia

Oggi comincia un nuovo corso al Giornale di Sicilia. Si insedia Marco Romano. Sarà il vicedirettore di una testata con 157 anni di storia. Un quotidiano che vuole lasciarsi alle spalle una fase difficile, critica. Da una parte c’è un vertiginoso crollo di copie vendute – quasi del 72 per cento in cinque anni -, dall’altra un mercato pubblicitario che affannosamente si muove su un contesto ai margini dei grandi circuiti economici e imprenditoriali. Parlare di Giornale di Sicilia significa fare i conti con un gruppo editoriale che opera attivamente attraverso la carta stampata ma anche su un’emittente televisiva regionale, una radio e un sito internet. Una realtà che può – e deve – varcare i confini tradizionali di “redazione” e “prodotto editoriale”. Oggi il direttore Antonio Ardizzone parla proprio sul Giornale di Sicilia di cambio epocale che passa inevitabilmente da Internet. Un cambio che “noi – scrive Ardizzone nell’editoriale – stiamo cercando di metabolizzare ed utilizzare per ritornare a crescere. E per farlo riteniamo anche necessaria la creazione di sinergie tra mezzi diversi. Questa è la sfida che dobbiamo affrontare, e che affronteremo con l’entusiasmo, le idee e la volontà di Marco Romano, nuovo e giovane vicedirettore responsabile, che saranno sicuramente contagiose e stimolanti per raggiungere il successo”.
In mattinata, attraverso il suo account su facebook, è il nuovo vicedirettore Marco Romano. “Adesso è tempo di mettersi in cammino. Fra pochissimo sarò in redazione. Mi aspettano la radio, la tv, il sito e – perdonate l’enfasi – Sua Maestà il giornale, a cui sono legato e votato ormai da 30 anni. […] Oggi lo faccio da vicedirettore responsabile, grazie alla folle e visionaria fiducia concessami dall’editore Antonio Ardizzone. Che proverò a ripagare, sostenuto, confortato e soprattutto garantito dal lavoro di squadra di una redazione di straordinari professionisti/colleghi/amici. Seguiteci, leggeteci, sfogliateci, guardateci, ascoltateci, cliccateci. E solo dopo, senza remore, giudicateci. Noi siamo pronti!”.

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