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Il giornale in crisi salvato da un algoritmo

Su Storybench della Northeastern University’s School of Journalism di Boston si parla di un “salvataggio” editoriale davvero particolare. Quattro anni fa, Svenska Dagbladet, uno dei più importanti giornali svedesi, era in caduta libera. Una situazione comune a molte testate tradizionali. La carta stava attraversando un momento di forte difficoltà. A questo si aggiungeva il fatto che non c’erano entrate digitali e la diminuzione del numero dei lettori era costante. Nel 2013 venne nominato redattore capo Fredric Kàren. Il messaggio del consiglio di amministrazione e della società madre,  fu molto chiaro: “Doveva essere fatto qualcosa di radicale per garantire il futuro del giornale”. La scelta di Kàren è passata da un massiccio investimento nella tecnologia, a partire da quella informatica che ha permesso proprio alla carta di andare avanti e ritrovare la redditività. Si parla di un aspetto che nel nostro Paese potrebbe fare rabbrividire anche l’ultimo dei biondini: a gestire la notizia è un algoritmo.
In pratica il redattore deve prendere solo due decisioni: quanto è importante la notizia e la durata della notizia. E fin qui nulla di nuovo sotto il sole. In realtà ad agire successivamente è questo famigerato algoritmo che tiene conto anche di altri fattori. Si parla di reazioni alla notizia, di comportamento degli utenti. Insomma clic, tassi di conversione, tempi di lettura… diventano indicatori utili per (ri)modellare anche la home page e soprattutto a indicare alla stessa redazione flussi in tempo reale. Con i tag della notizia derivati dai metadati, Svenska Dagbladet può anche raggruppare i contenuti per il sito web e generare newsletter. Gli abbonati possono comunque scegliere di ricevere le newsletter generale, affari ed eventi speciali, come quelli organizzati da un tema come il “Stati Uniti Elezioni”.
Per approfondire ecco il link dell’articolo su Storybench:

 

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