GiornalismoProfessione

L’addetto stampa 2.0, un reputation manager

Il sito dell’Ordine nazionale dei Giornalisti fornisce periodicamente degli spunti interessanti sui nuovi confini della professione. Nell’ultimo post inserito, si fa il punto sulla figura dell’addetto stampa 2.0 con Daniele Chieffi, web media relations manager dell’Eni e docente in master alla Cattolica di Milano e a La Sapienza di Roma.

Secondo Chiffi, animatore del sito olmr.it (Online Media Relations), l’addetto stampa nell’era digitale “deve essere molto più giornalista di quanto non sia mai stato quello tradizionale e, contemporaneamente, deve avere una lunga serie di competenze professionali fortemente digital. Deve conoscere le dinamiche del giornalismo online (tempi, tecniche, strumenti), alle blog relations, dall’essere un community manager, a un video producer e un grafico. Deve, poi, avere almeno le basi di informatica e di web Analisys“. 
L’addetto stampa online è, più che altro, un
Reputation manager.

Scopo principale è la costruzione e la difesa della reputazione online che non è ciò che la gente pensa di un azienda, ma quello che è disposta a testimoniare pubblicamente su di essa, attraverso i propri commenti, likes o condivisioni

Gli strumenti
  1. capacità di gestire le relazioni con i media digitali ovvero siti d’informazione, blog e influencers; 
  2. saper entrare in relazione con le communities e produrre valore (contenuti); 
  3. infine saper interpretare dati e tendenze della rete;

La scrittura digitale

Chiffi fornisce alcune indicazioni: la scrittura digitale deve essere semplice, sintetica, con ampio uso del bianco ritmico e dei grassetti, fortemente ipertestuale e ricca di contenuti multimediali. Il tutto senza dimenticare l’attenzione alla SeoSearch Engine Optimization.

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